Data di pubblicazione 14/05/2014
Parla italiano la regia televisiva della finale di UEFA Europa League: allo Juventus Stadium di Torino, questa sera, a dirigere la super produzione Mediaset che fornirà il segnale internazionale in tutto il mondo, ci sarà Riccardo Poma, 42 anni, il più giovane regista italiano chiamato alla regia di una finale europea.
Un evento eccezionale sotto diversi punti di vista: è dal 2009 che l'Italia non ospita una finale europea (l'ultima finale “italiana” di UEFA Europa League, risale al 1997: finale di ritorno di Coppa Uefa Inter-Schalke 04) ed è la prima volta per Torino e per lo Juventus Stadium, il più moderno e tecnologicamente avanzato tra gli impianti italiani.
Riccardo Poma, nato a Pavia, dopo una formazione umanistica in Storia e Critica del Cinema dirige cortometraggi, spot e documentari prima di approdare al calcio in tv targato Mediaset, con la regia di numerosi programmi ed eventi sportivi, ed è oggi regista di punta per gli incontri di Serie A, Europa League e Champions League.
Appassionato di calcio, professionista meticoloso ed esigente, propone uno stile di regia di scuola europea “make it simply”: sempre in diretta quando la palla è in gioco, utilizzo dei replay solo per chiarire l'azione, grande attenzione al gesto sportivo e alla qualità tecnica delle riprese.
Questa sera avrà a sua disposizione 37 camere ad alta tecnologia e coordinerà un team di 60 persone, selezionate tra i migliori operatori e tecnici, per la regia di un grande evento televisivo con 200 paesi del mondo collegati che accoglierà nel TV compound dello Juventus Stadium 65 mezzi regia (tra broadcast italiani e stranieri) e oltre 200 persone al lavoro.
“Non vediamo l'ora di cominciare – spiega Poma, impegnato nella supervisione delle fasi di allestimento e di test dell'impianto allo Juventus Stadium – ci stiamo preparando da mesi per dare allo spettatore il miglior punto di vista e il miglior racconto possibile. C'è una bel clima positivo ed entusiasta. Per un regista è una sfida adrenalinica far vivere allo spettatore a casa, anche dall’altra parte del mondo, l’emozione, il ritmo e l’atmosfera della finale come se fosse allo stadio”.