Data di pubblicazione 20/12/2018
I calciatori, ad esclusione del portiere, vivono per fare gol. E quando centrano l’obiettivo la gioia è tale da lasciarsi andare ai più disparati tipi d’esultanza. Celebri nella Serie A italiana il balletto attorno alla bandierina del corner di Juary, il trenino inscenato dai giocatori del Bari, la cosiddetta radiolina di Toni, la mitraglia di Batistuta… e chi più ne ha più ne metta.
Volendo sbizzarrirsi, poi, su YouTube è possibile trovare anche i complicati sketch messi in scena da una simpaticissima squadra islandese, lo Stjarnan: dalla rappresentazione di un parto, con tanto di festeggiamenti per il neonato (rappresentato dal pallone), alla simulazione della pesca al salmone, con foto di gruppo tenendo in braccio la preda (un giocatore).
Da sette anni la Juventus domina il panorama italiano. Scudetti a ripetizione, coppe Italia una dietro l’altra, trofei di Lega. E proprio in occasione della prima stagione di trionfi, il 2011/2012, allo Stadium i tifosi bianconeri furono spettatori di un modo di festeggiare il gol davvero particolare: mimando uno swing che, ricorda Wikipedia, “è il movimento che si esegue nel golf utilizzato in tutti i tipi di colpi per far partire la palla verso l’obiettivo facendola alzare”. Avvenne alla prima in Serie A del nuovo impianto torinese, l’11 settembre 2011, dopo il 2-0 siglato da Pepe al Parma.
Allargando i nostri orizzonti calcistici quella inscenata dal giocatore della Vecchia Signora non è tuttavia una novità o una rarità. Già nella Premier League, massima serie del campionato inglese, c’è stato chi in passato ha mimato il colpo dato alla pallina per mandarla in buca.
Perché dando uno sguardo alla pagine dei principali quotidiani sportivi oppure ai più completi siti online come golfworlditalia.com scopriamo che il legame fra calciatori e mondo del golf è da sempre forte.
Talmente forte che all’inizio dello scorso mese di giugno 2018 al Golf Club Udine di Fagagna è andata in scena la Football Legends Golf Invitational. Cinquanta ex calciatori, italiani e non solo, fra cui diversi campioni del mondo, si sono sfidati con un doppio obiettivo: divertirsi e fare solidarietà. Perché l’iniziativa aveva un fine molto più nobile dello scoprire chi fosse il più bravo una volta appese le scarpette al chiodo: aiutare quegli ex calciatori (ma anche ex atleti di altre discipline sportive spesso meno note al grande pubblico) che oggi si trovano in difficoltà economiche.
Non tutti, difatti, quando mettono la parola fine alla loro carriera hanno un futuro già tracciato. C’è chi finisce col fare l’allenatore, chi il commentatore televisivo, chi ancora il dirigente sportivo. Ma anche chi, al contrario, decide di allontanarsi da quell’ambiente frequentato fin da quando era un bambino.
E come nello sport, anche nella vita, le fortune sono alterne.