Libri di Calcio: Streltsov, il George Best russo, in finale del Bancarella Sport


Data di pubblicazione 27/04/2011


Il libro scritto dal giornalista della Gazzetta dello Sport, Marco Iaria, ed edito da Limina, che racconta, per la prima volta in Italia, la storia del più grande talento del calcio russo, capace di segnare 25 gol in 38 partite con la Nazionale: i successi, il giallo attorno al processo per stupro, i cinque anni trascorsi nei campi di lavoro, dove sopravvisse giocando a calcio e dilettando i funzionari del Partito, e il suo clamoroso ritorno in campo guidando la Torpedo Mosca al titolo nazionale.

Un’edizione particolarmente ricca, con 95 opere in concorso, la numero 48 del Premio Bancarella Sport, che vivrà il proprio atto finale, il prossimo sabato 16 luglio, alle 18, a Pontremoli, alla vigilia dell’assegnazione del premio letterario Bancarella. Dopo la selezione eseguita dalla prestigiosa Commissione, infatti, i sei volumi della sestina vincitrice passano ora all’esame e alla votazione del Collegio dei 70 grandi elettori.

Gli altri libri finalisti sono: “Africa Bomber” di Goffredo De Pascale (edizioni Add), “I diavoli di Zonderwate”’ di Carlo Annese (Sperling&Kupfer), “La vita ai supplementari” di Giovanni Galli (Rizzoli), “L’eroe dei due mari” di Giuliano Pavone (Marsilio) e “I giganti del mare” di Franco Esposito e Marco Lo Basso (Guida editore).

Il libro
Il racconto di una drammatica epopea, quella di Eduard Streltsov (1937-1990), campione della Torpedo, celebre squadra di calcio russa, già capocannoniere del campionato nazionale a soli 18 anni. Una vicenda estremamente controversa. Un campione troppo «occidentale» per l’Unione sovietica di quegli anni, sempre sopra le righe, dedito all’alcol e alle donne, capace di rifiutare la figlia di un'importante dirigente del Partito.
Personaggio scomodo, appena ventenne, viene tacciato di un’accusa infamante: stupro.
La stampa si scatena. Condannato a 12 anni in un processo “farsa”, viene mandato in un gulag, prima a trasportare tronchi d’albero, quindi a lavorare uranio e poi in una miniera di quarzo. Ridotta la pena a cinque anni per volontà di Bresnev, indossa nuovamente la maglia della Torpedo nel 1965 e vince il campionato. Ritiratosi nel 1970 dopo un infortunio, Streltsov fino alla scomparsa, avvenuta nel 1990 per un cancro ai polmoni, insegna calcio ai bambini. Il suo caso viene riesaminato nel 2001 da un comitato composto, fra gli altri, dal campione di scacchi Anatolij Karpov, dal sindaco di Mosca, Jurij Lužkov, da scrittori e giuristi come Sergej Korolev, ?dvard Maksimovskij, e Andrej Suchomlikov. Si rilevarono diverse anomalie nello svolgimento del processo: testimoni oculari inesistenti o rivelatisi lontani diversi chilometri dal luogo del misfatto, richieste di aiuto della vittima mai comprovate da testimonianze dirette. Il comitato chiese all’autorità russa di riaprire il caso, ma non ci fu nulla da fare. Ancora oggi Streltsov attende una riabilitazione.

L'autore
Marco Iaria è nato a Reggio Calabria nel 1978. Ha iniziato la sua carriera giornalistica al «Quotidiano della Calabria». Trasferitosi a Roma nel 2004, ha lavorato come freelance per diverse testate, tra cui il «Guerin Sportivo», «il Tennis Italiano» e «il Sole 24 Ore Sport». Dal 2007 è redattore alla «Gazzetta dello Sport».


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